L’altra Roma, da Solbakken a Kumbulla passando per Belotti: il mercato degli esuberi

La Roma fa i conti con gli esuberi. La possibilità di sfoltire la rosa c’è, a cominciare da coloro che rientrano dai prestiti.

Melissa Landolina -
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solbakken
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La Roma fa i conti con gli esuberi. La possibilità di sfoltire la rosa c’è, a cominciare da coloro che rientrano dai prestiti. Chi è ancora possibile piazzare.

La Roma deve far cassa. Bastano 10 milioni di euro per sistemare il settlement agreement con la UEFA, ma quel che sembra facile potrebbe complicarsi nel momento in cui bisogna stilare una lista di priorità: i giallorossi devono liberarsi degli esuberi, tutti quei giocatori considerati fuori dal progetto Roma.

Non si tratta solo degli arrivi più recenti – sulla graticola i vari Smalling, Azmoun e Lukaku (che comunque tornerà al Chelsea) – ma anche di coloro che nella Capitale ci sono sempre stati senza essere visti. Vale a dire i giocatori in prestito: a fine campionato, infatti, i vari Solbakken, Kumbulla, Belotti e Shomurodov torneranno alla base.

Per loro la porta di Trigoria resta girevole: la società intende piazzarli sul mercato alla prima occasione utile. Qui comincia il rebus fondamentale: come e dove piazzarli. Molte pedine giallorosse, anche altrove, non hanno reso come avrebbero dovuto. Si pensi a Solbakken e Kumbulla. Entrambi rientrano a Roma dopo parentesi al di sotto degli standard.

Un po’ meglio ha fatto Shomurodov al Cagliari, ma ad oggi è difficile capire se i sardi vorranno riscattarlo oppure virare su altro. Ultimo, ma non per importanza: il Gallo Belotti. L’attaccante in viola ha trovato qualche gol in più. Tornerà dalla Fiorentina una volta finito il prestito secco, ma la volontà di acquistarlo o meno da Firenze si chiarirà non appena arriverà il nuovo allenatore.

Per il momento questi tesserati rimangono in stand-by e rappresentano la prima vera gatta da pelare per il nuovo DS: servono 10 milioni per mettere a posto i conti, basta una cessione per appianare le pendenze. L’unica certezza in un mercato che per sbloccarsi ha bisogno di un segnale, che deve arrivare – necessariamente – dall’addio definitivo di almeno una fra queste pedine.